Maurizio Tiriticco - anno scolastico 2010-2011
Maurizio Tiriticco - 18-07-2011
Franco De Anna è sempre un acuto lettore dello stato della scuola oggi e, perché no?, anche della scuola di domani! E anche lui è portato a leggere i concreti tagli di Giulio e le vacue giustificazioni di Mariastella non tanto e non solo come una "cattiva volontà" dell'attuale maggioranza, ma come un primo segnale di una svolta che si sta verificando - della quale peraltro non possediamo a tutt'oggi tutti gli elementi per un'analisi compiuta - e che condurrà ad un ridimensionamento di quella istruzione per tutti (gli auspici dei tanti Delors della fine del secolo scorso) che una vagheggiata società della conoscenza aveva reso non solo auspicabile, ma addirittura necessaria e possibile.
Maurizio Tiriticco - 05-07-2011
Ho ricordato più volte in altri scritti quanto sia stato importante il contributo dei descolarizzatori che negli anni Settanta, con una visione certamente tutta utopica e ottimistica, dichiaravano che il ruolo della scuola fosse ormai in dirittura di arrivo, stante il fatto che la società democratica, civilmente cresciuta e ampiamente acculturata, potesse da sola far fronte ai problemi dell'istruzione senza più attivare luoghi da essa separati.
In effetti, la scuola è una istituzione recente per le nostre società. Per migliaia di anni i nuovi nati apprendevano dal e nel sociale che cosa fosse necessario per sopravvivere: alimentarsi, difendersi, riprodursi. Ciò che il gruppo - maschi e femmine, padri e madri, una volta incerti, poi, con le prime organizzazioni famigliari, sempre più certi - faceva, i nuovi nati facevano. E il progresso indotto dalle invenzioni era lento, quanto lente erano le stesse invenzioni.
Maurizio Tiriticco - 27-06-2011
Tutti concordano: se il prossimo anno scolastico non si vuole andare a un'altra débacle, con prove sbagliate, insegnanti inviperiti, un Invalsi e un Miur impallinati, occorre cominciare subito a cambiare le cose.
In primo luogo occorre essere convinti di due circostanze:
a) della necessità di una valutazione esterna degli apprendimenti, che si coniughi con la valutazione interna esercitata dagli insegnanti e che si rende quanto mai necessaria almeno per due ragioni: conoscere ciò che i nostri studenti sanno e sanno fare al termine di dati percorsi di studio, anche perché ce lo chiedono il mondo del lavoro e l'Europa; ricondurre ad unità di sistema obiettivi terminali di apprendimento per sostenere le scuole le cui offerte educative, stante il regime di autonomia, sono estremamente diversificate;
b) della necessità di riorganizzare tutto l'assetto istituzionale che riguarda i rapporti tra Miur e Invalsi e, soprattutto, di mettere in grado l'Invalsi di adempiere ai propri compiti con successo: il che si riassume in tre parole: indipendenza, adeguate risorse finanziarie; elevata professionalità degli addetti.
Maurizio Tiriticco - 18-04-2011
L'attacco berlusconian/carlucciano non è affatto cosa da sottovalutare: fa pendant con le scelte finanziarie e ideologiche del duo Tremonti/Gelmini, impegnati da un lato a tagliare il più possibile per la sola scuola statale, dall'altro a "riordinare" - si fa per dire - un secondo ciclo di istruzione ritinteggiando i tre canali di sempre e rafforzando quel canale di gentiliana memoria di cui il nostro Paese sembra non potersi mai liberare. Il disegno di fondo dell'attuale gruppo dirigente è ormai più che scoperto: screditare e aggredire da ogni parte e con ogni mezzo la scuola statale e accreditare e rafforzare quella privata. Ed è un disegno che va maturando e rafforzandosi. Il fatto che, dopo la prima bordata sugli insegnanti che inculcano, pur dopo una parziale rettifica, ne sia seguita l'altroieri una seconda ancora più violenta, la dice lunga: l'affondo procede ed è contestuale con gli attacchi che si fanno sempre più violenti contro la magistratura.
Maurizio Tiriticco - 11-03-2011
La cosa che più mi addolora di tutta questa vicenda è la grande approssimazione culturale e docimologica che leggo nelle veline che di scuola in scuola i nostri docenti si stanno passando! Mi chiedo: dove sono quegli insegnanti che una volta si battevano perché la scuola migliorasse i suoi strumenti? Che esigevano un'amministrazione più sollecita? Che studiavano per conto loro come e perché migliorare le loro attività! Che senso ha oggi rifiutarsi di fronte ad un adempimento il cui fine è solo quello di verificare insieme che cosa stiamo facendo nelle aule, dov'è che facciamo bene, dov'è che sbagliamo...
Maurizio Tiriticco - 22-02-2011
Sta suscitando scalpore e interesse il fatto che l'Austria abbia deciso per legge di abrogare le bocciature. In attesa di conoscere meglio i dettagli del provvedimento, non possiamo fare a meno di avanzare alcune considerazioni che riguardano il nostro Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione ...
... è possibile non bocciare in una scuola di base il cui ordinamento è quello che tutti conosciamo?...
Non è affatto detto che le classi di età anagrafiche corrispondano puntualmente con la progressiva maturazione di un soggetto. In effetti bocciare significa far ripetere un anno ...
Di qui la proposta. Le classi d'età dovrebbero e potrebbero essere sostituite da gruppi di interesse e di motivazione...
Maurizio Tiriticco - 18-01-2011
Nel prossimo mese di giugno i consigli delle classi seconde del secondo ciclo di istruzione dovranno procedere alla certificazione delle competenze culturali acquisite dai loro studenti al termine del percorso obbligatorio decennale. Com'è noto, già da alcuni anni si procede alla certificazione delle competenze alla conclusione della scuola primaria e della scuola media, ma tra le operazioni relative alla conclusione dell'obbligo e quelle già in atto nel primo ciclo corre una differenza non da poco. In queste ultime viene lasciato alle scuole il compito di scegliere sia quali competenze certificare che le relative modalità operative; invece, nel secondo ciclo le operazioni dovranno tener conto sia delle competenze definite e descritte dal Ministero dell'Istruzione con il dm 139/07, che del modello di certificazione che il medesimo Ministero ha predisposto con il dm 9/10.
Maurizio Tiriticco - 15-12-2010
Nella scuola media, com'è noto, sono stati reintrodotti i voti, per le valutazioni periodiche e finali, e la certificazione delle competenze al termine dell'esame di Stato. "L'esito dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi (legge 169/08, art. 3, c. 4)". "A coloro che conseguono un punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della Commissione esaminatrice con decisione assunta all'unanimità" (dpr 122/09, art. 3, c. 8)".
Il tutto sembrerebbe scontato se... E il "se" è più che d'obbligo! Il fatto è che un conto è parlare di competenze, altro conto è invece indicare di quali competenze si tratta.
Maurizio Tiriticco - 11-11-2010
Una pista unitaria e organica lungo la quale le quattro discipline che afferiscono agli insegnamenti storico-letterari possano dispiegarsi senza particolari distinzioni in forza della costante ricerca - e della conseguente pratica didattica - di tutte le intersezioni che le legano e sulle quali gli insegnanti possono progettare il relativo curricolo.


A prescindere dal giudizio critico sull'intero riordino del secondo ciclo di istruzione, che ho già espresso in altri scritti, resta sempre il fatto che per un insegnante si presenta l'antico dilemma: hic Rhodus, hic salta! E, siccome io sono un insegnante di lettere, non posso sottrarmi al dovere di dire la mia sul come fare o... sul come farei, operando in un biennio liceale!
Maurizio Tiriticco - 19-10-2010
Una "riforma epocale" avrebbe dovuto proporre per tutti in primo luogo obiettivi comuni di alto profilo, e solo in seconda istanza obiettivi differenziati, a seconda della tipologia degli studi. Il fatto è che si ha ancora della cosiddetta cultura una visione verticale, non orizzontale: esiste una cultura alta, per pochi, e poi a scendere una sorta di sottoculture, quella tecnica, quella professionale e poi sempre più giù fino all'"incultura" della semplice e "rozza" manualità, degli esclusi e degli emarginati! Una visione che viene da lontano, sedimentata dalla storia stessa della divisione in classi, se non addirittura - ed in certi Paesi ancora persiste - in caste! Un Paese avanzato, o che si dice tale, non può più ragionare in questi termini né in tali termini costruire il suo sistema di istruzione. Si tratta di quella stratificazione sociale, dal più al meno, che un sistema educativo di istruzione e formazione dovrebbe contrastare, non legittimare. In effetti, i tre percorsi dell'istruzione secondaria, così differenziati, non fanno altro che riprodurre i condizionamenti sociali proposti ed imposti dal sistema socio-economico. E che la scuola possa dare a tutti tutto è sempre l'auspicio dei tanti Comenio, Don Milani, Paulo Freire, Bruner e non so chi!
Maurizio Tiriticco - 08-09-2010
Leggo su "ItaliaOggi" del 31 agosto (pag. 31) che il trend di femminilizzazione del nostro corpo docente è ormai irreversibile: il 100% nella scuola per l'infanzia; il 96% nella primaria, il 78% nella media, il 64% nel secondo ciclo; e tende ad aumentare.
Il maestro elementare di un tempo è ormai definitivamente scomparso, forse anche perché i maschi non hanno mai avuto un debole per l'insegnamento. Fin dalla nascita della nostra scuola - siamo nel 1861 - i maestri patentati dal Comune erano pochi in quanto lo stipendio era basso e le classi elementari, soprattutto le prime due obbligatorie, assai numerose, anche oltre i 40 alunni; la preparazione di maestri, e delle maestre, era improvvisata e le punizioni corporali erano all'ordine del giorno.
Non va comunque dimenticato che proprio dopo l'Unità del Paese la ricerca pedagogica e la pratica didattica ebbero il loro abbrivio e che abbiamo avuto maestri e ministri anche attenti a quella che possiamo chiamare la "questione educativa".
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